11 maggio 2017 CINEGUSTO FINE DEL MONDO - METTI UNA SERA AL CINEMA - CGS DON BOSCO APS VERBANIA

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11 maggio 2017 CINEGUSTO FINE DEL MONDO

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LA FINE DEL MONDO
11 maggio 2017 CINEGUSTO dopo LA FINE DEL MONDO degustazione birre a IL CHIOSTRO. Le birre della serata, acquistabili presso "La Bottega della Birra" di Arona, via Gramsci 5 sono: Fuller's London Pride - 0,5 cl - SS. Organic Chocolate - 0,50 cl - Brewood, Dead Pony - 0,33 cl
Servizio Fotografico realizzato da Massimiliano BONINO FOTOGRAFO

SPECIAL EVENTS CINEGUSTO

Spettacolo unico alle ore 20:15

LA FINE DEL MONDO


La fine del mondo
Un film di Edgar Wright. Con Simon Pegg, Nick Frost, Paddy Considine, Martin Freeman, Eddie Marsan. Rosamund Pike, Julian Seager, Paul Kennington, Mark Fox
Titolo originale The World's End. Azione, durata 109 min. - Gran Bretagna 2013. - Universal Pictures

Il terzo episodio della trilogia del cornetto rielabora intuizioni bergmaniane per un pubblico spielberghiano    
                               
Gabriele Niola                                                                                                  
Gary King ha toccato l'apice della sua esistenza nel  1990 quando con i suoi amici ha tentato di battere in una sola notte i  pub di Newton Heaven in un tripudio di aneddoti e ubriacatura, finito  senza aver completato il giro (l'ultimo pub, mai raggiunto, si chiama  The World's End) ma comunque in gioia. Vent'anni dopo Gary è un adulto irrisolto, che vive nel passato, fuori  da ogni regolarità o da ogni canone di "inserimento nella società" e  raccontando la sua esperienza in un gruppo di autoaiuto capisce di  doverlo rifare, ritrovare il vecchio gruppo di amici, rimetterli insieme  e questa volta battere davvero tutti i pub in una notte. Quello che succederà nel tentare di farlo metterà il gruppo di 5 amici a  confronto con una realtà imprevedibile, un incredibile rivoltamento di  tutto ciò che sapevano in grado di lasciar emergere il loro vero  spirito.
Con la trilogia del cornetto (L'alba dei morti dementi, Hot Fuzz  e questo film) Edgar Wright e Simon Pegg (oltre che attore anche  sceneggiatore) hanno esplorato con una forza e una pregnanza sconosciute  al cinema d'intrattenimento spettacolare, la maniera in cui il  quotidiano inquini l'umano ovvero il progressivo diventare "mostri"  degli esseri umani quando, una volta cresciuti, sono inseriti nel  sistema lavorativo-familiare. E questo svelamento avviene spesso  mettendo a confronto i mostri che i protagonisti sono ad inizio film con  dei "mostri" da cinema, come gli zombie di L'alba dei morti dementi.  Nelle storie di Pegg e Wright spesso si scopre che, sebbene le  combattiamo, forse ci siamo diventati come quelle creature che i film ci  hanno raccontato e non ce ne rendiamo conto. E anche in questo film  emergeranno figure prese dalla storia del cinema di fantascienza anni  '50 che non sono lontane da ciò che i personaggi mostrano di essere  all'inizio della trama.
Wright è l'unico a parlare questa lingua, l'unico che riesca a  trasmettere temi e intuizioni bergmaniane ad un pubblico che chiede un  cinema d'azione e intrattenimento spielberghiano, l'unico a  padroneggiare il linguaggio per immagini ad un livello che gli consenta  di potersi divertire con gli artifici retorici più classici del cinema,  piegandoli a piacimento, mescolando riferimenti a tutto il conoscibile  (forse l'unica pecca del film, eccessivamente impegnato nel far cogliere  a tutti le sue citazioni).
In La fine del mondo si ammira quel raro processo narrativo per  il quale la dimensione epica delle imprese personali è immaginata da  chi le vive in quella cinematografica. Vivere come al cinema,  immaginando se stessi come protagonisti di un film e quindi diventarlo,  ovvero ingrandire i sentimenti filmando di fatto un mondo interiore  attraverso gli stereotipi del cinema (quello d'azione eccessivo di Michael Bay in Hot Fuzz o l'horror classico in L'alba dei morti dementi).
Creando una sorta di "epica del pub" (con i suoi luoghi tipici, le sue consuetudini e caratteristiche precipue) La fine del mondo  narra un viaggio fantastico nel rimosso personale. Gary e i suoi amici  all'inizio della storia sembrano voler rimettere in scena il proprio  passato e finiscono per trovare più di quanto cercassero, confrontandosi  fisicamente con degli avversari che spiritualmente costituiscono quello  che hanno messo sotto il tappeto, la loro storia personale lasciata  sedimentare dai tempi del liceo. Materialmente incontrano ciò che si  sono lasciati dietro, per affrontarlo solo dopo diverse pinte di birra  quando l'alcol li priverà delle inibizioni maturate in una vita da  persone regolari, rendendoli di nuovo liberi.
Ma il risultato di tutto ciò, e qui sta la differenza tra il cinema di  Pegg-Wright e quello di tutti gli altri, non sarà la ricomposizione di  un equilibrio come lo si intende solitamente.                 

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